domenica 7 agosto 2011

IMPEDITA LA NOMINA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE da "il LAGONE"

Molto soddisfatti i consiglieri di opposizione all’uscita del secondo Consiglio comunale di Trevignano perché sono riusciti a contrastare l’istituzione della carica di presidente del Consiglio comunale finora ricoperto, come da statuto, dal sindaco.


La discussione si è svolta con toni più pacati, rispetto al Consiglio precedente, a parte la gaffe iniziale del sindaco, Massimo Luciani che, nel rispondere alla richiesta dell’opposizione di fissare le sedute del Consiglio nel tardo pomeriggio in modo da favorire la partecipazione dei cittadini, ha risposto che l’orario verrà stabilito di volta in volta, secondo le necessità e che, comunque, in queste sedute, il pubblico è costituito da cittadini che non hanno nulla da fare!



Il punto cruciale, come si è detto, era la costituzione di una “Commissione consiliare permanente di studio per le proposte di modifica e adeguamento dello statuto”. Il fine ultimo di tale revisione, mai esplicitato era comunque ben noto a tutti, pubblico compreso: stabilire una nuova carica, presidente del Consiglio comunale, da assegnare al consigliere Carlo Franchini in ottemperanza agli accordi presi al momento della formazione della nuova Giunta. L’opposizione, e molti dei cittadini presenti, considerano una tale spesa alquanto inopportuna a fronte dei feroci tagli approvati in bilancio.

Il capogruppo di Alleanza democratica, Luca Galloni, ha chiesto delucidazioni sui compiti di questa commissione, esposti, a suo avviso, in maniera poco chiara nella proposta presentata dalla maggioranza. La commissione sarà chiamata a proporre modifiche allo statuto e al regolamento del Consiglio o a studiare le modifiche proposte da altri; si occuperà solo del regolamento del Consiglio o di tutti i regolamenti comunali (per esempio, quello del commercio)? Infine, avrà anche il compito di vigilare sulla corretta applicazione del nuovo statuto e del o dei regolamenti? Se fosse anche una commissione di vigilanza, la presidenza della Commissione stessa spetterebbe, per consuetudine, all’opposizione. Colti di sorpresa, i consiglieri di maggioranza hanno prima cercato di rispondere, poi hanno chiesto una breve sospensione per consultazioni e, al ritorno, “visti gli equivoci” hanno ritirato la proposta che verrà riformulata e presentata in un prossimo Consiglio.



Gli altri punti all’ordine del giorno son passati senza problemi e, verso la fine, si è arrivati a una vera ‘chicca’. E’ stato approvato un piano di lottizzazione per 5 lotti in località ‘la Cupoletta’, illustrato in dettaglio dal vicesindaco Costantino Del Savio, già assessore all’Edilizia privata nella Giunta precedente; è prevista una strada, l’illuminazione, il verde, l’allaccio alle fogne … tutto conforme alla legge. E l’acqua? “L’acqua no, non ci sono i tubi per l’allaccio alla rete idrica” risponde candidamente Del Savio al termine del Consiglio.

Si tratta di una località a 2 km circa dal centro storico in direzione di Anguillara, dove gli abitanti non avranno accesso all’acqua potabile (a prescindere dalla questione arsenico). Va detto che non saranno gli unici, anzi, molte case di nuova costruzione non sono neanche allacciate alla rete fognaria. Sorprende la naturalezza con la quale si continua a permettere lo sviluppo edilizio, che ha visto un’accelerazione terrificante negli ultimi due anni, in assenza di quelle che dovrebbero essere le condizioni minime, ovvero la possibilità di allacciare le nuove costruzioni alle fognature e alla rete idrica. L’adeguamento della rete fognaria e di quella idrica spetterebbe all’Acea Ato2 ma non risulta che l’Amministrazione comunale si sia interessata all’argomento, abbia chiesto all’Acea di dare corso a un piano di investimenti che non può non essere stato contemplato al momento della consegna del sistema idrico integrato (SII) all’Ato2.



Dal mese di gennaio chi scrive chiede di avere informazioni sulle condizioni specifiche, quelle riferite al Comune di Trevignano per intenderci, contemplate dalla Convenzione sottoscritta con Acea Ato2. Il Comune ha fornito diversi documenti, alcuni anche interessanti, dai quali però non si evince chi ha il potere di decidere un eventuale ampliamento del SII né chi lo deve finanziare e portare a termine. Sul sito istituzionale di Acea Ato2 si trovano bei discorsi sulla “mission”, sul “target”, ma nulla di concreto. Se l’Ato2 dovesse davvero essere sciolta a dicembre 2011, chi provvederà all’adeguamento del SII?

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